La diminuzione dei prezzi di vendita, dei flussi di cassa e degli utili delle PMI ha subito un'accelerazione nel quarto trimestre dell'anno scorso. Per la prima volta, anche i fatturati sono stati inferiori all'anno precedente. Per il primo trimestre di quest'anno, le PMI prevedono ancora forti perdite soprattutto sul fronte dei fatturati e degli utili. Mentre le PMI hanno valutato il quarto trimestre dello scorso anno in termini leggermente più positivi rispetto alle grandi imprese, il loro giudizio sul primo trimestre coincide con quello delle grandi imprese – entrambe, infatti, prevedono un ulteriore rallentamento dell'andamento degli affari. Questo potrebbe anche essere il motivo per cui le PMI, per la prima volta da oltre due anni, si aspettano una flessione dell'occupazione.

Nell'industria, la situazione è continuamente peggiorata nel corso dell'ultimo anno. Ciò nonostante, nel quarto trimestre sia le PMI che le grandi imprese avevano affermato che il livello degli organici era rimasto invariato; tuttavia, a prevedere una flessione degli organici nel primo trimestre sono soprattutto le PMI.

Rispetto ad altri settori, l'edilizia continua a beneficiare di una situazione favorevole. Nel quarto trimestre, infatti, fatturato e occupazione si sono mantenuti costanti. Tuttavia, alcuni problemi sono emersi a causa del calo dei prezzi che, sia per le PMI che per le grandi imprese, si è tradotto in una leggera contrazione degli utili. Per il primo trimestre di quest'anno, le PMI esprimono giudizi nettamente peggiori rispetto alle grandi imprese.

Ancora possibile un aumento del livello dell'occupazione nelle PMI del commercio al dettaglio

Nel settore dei servizi, invece, le PMI giudicano la situazione con maggiore ottimismo rispetto alle grandi imprese. Nel quarto trimestre dell'anno scorso, i flussi di cassa e gli utili delle grandi imprese hanno subito una flessione. Dalla metà dell'anno scorso, inoltre, sia le PMI che le grandi imprese sono costrette a grandi concessioni in termini di prezzi di vendita. Contrariamente alle grandi imprese, anche per il primo trimestre di quest'anno le PMI prevedono un ulteriore aumento dei propri organici.

Nel commercio al dettaglio, sono soprattutto le grandi imprese ad essere sottoposte a fortissime pressioni dalla metà dello scorso anno. I loro utili, fatturati, prezzi di vendita e flussi di cassa hanno subito contrazioni nettamente maggiori rispetto a quelli delle PMI. Tuttavia, anche le PMI riferiscono notevoli flessioni. Una differenza sostanziale si riscontra nella situazione degli organici: mentre, l'anno scorso, le PMI non hanno registrato variazioni, le grandi imprese hanno drasticamente ridotto il numero dei propri collaboratori. Anche nel turismo le PMI riferiscono dati leggermente migliori rispetto alle grandi imprese; tuttavia, dalla metà dell'anno scorso anche la situazione delle PMI ha subito un netto peggioramento e, per il primo trimestre di quest'anno, si prevede un ulteriore forte rallentamento.

Nonostante la robustezza del franco, la maggioranza preferisce un tasso di cambio flessibile

Nell'ambito del recente sondaggio UBS, le imprese sono state invitate ad esprimere un giudizio su diversi aspetti. Alla domanda se un agganciamento del franco all'euro o addirittura l'adozione dell'euro gioverebbe all'attività commerciale sul lungo termine, ha risposto affermativamente il 37% delle imprese intervistate. Il 63% delle imprese intervistate giudica vantaggiosi i cambi flessibili. A seconda del settore, il giudizio sui cambi flessibili risulta tuttavia diverso. Contrari ai cambi flessibili sono soprattutto i settori orientati all'export come l'industria elettronica e l'industria dei materiali. Favorevoli ai cambi flessibili sono invece i settori orientati al mercato nazionale, come il settore immobiliare o l'edilizia.

Il 33% delle imprese intervistate ha ammesso di avere tratto vantaggio dall'introduzione dell'euro. Per un terzo, l'introduzione dell'euro non ha avuto alcun effetto sulla propria attività commerciale. Le restanti imprese hanno dichiarato di non avere tratto vantaggi dall'introduzione dell'euro

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Indicazioni sul metodo utilizzato per il barometro PMI di UBS

Il barometro PMI di UBS si basa su una valutazione del sondaggio sull'industria condotto da UBS dal 1975 nel quale sono state integrate, dal terzo trimestre 2006, anche aziende del settore dei servizi. A cadenza trimestrale vengono intervistate circa 1300 aziende (1000 PMI e 300 grandi imprese) che costituiscono un campione rappresentativo dell'economia svizzera. Le aziende che contano meno di 250 dipendenti sono imputate alle PMI. La valutazione avviene attraverso il cosiddetto indice di diffusione: il risultato corrisponde alla media ponderata della quota di aziende con trend 'molto positivo', 'positivo' o 'negativo'e 'molto negativo'. Pertanto, esso non fornisce tassi di variazione percentuali.

Barometro PMI di UBS in cifre

Il clima degli affari viene calcolato esclusivamente per il settore dell'industria sulla base dei risultati del sondaggio riferiti a produzione, nuovi ordinativi e fatturato. I dati sul cash flow e riferiti ai singoli gruppi settoriali vengono rilevati a partire dal 1° trimestre 2009.

Barometro PMI di UBS