Lavoro indipendente solo per 1 donna su 10
Il passaggio all’attività indipendente è impegnativo e va pianificato bene. Questo vale soprattutto per la previdenza delle lavoratrici indipendenti.
Alcuni anni fa Chantal Huber ha deciso di compiere questo passo aprendo un suo salone di parrucchiera. La sua scelta di divenire indipendente a livello professionale resta però un’eccezione. In Svizzera solo 1 donna su 10 lavora autonomamente, come rivela un sondaggio del 2017 condotto dall’Ufficio federale di statistica: un numero che non è cambiato dagli anni 90. Chi decide di mettersi in gioco si trova spesso a dover affrontare molte incognite, a cominciare dal capitale iniziale e dal finanziamento di fondazione fino alla pianificazione della previdenza per la vecchiaia.
Pianificate con cura la vostra attività da indipendenti
Pianificate con cura la vostra attività da indipendenti
La previdenza per la vecchiaia è un tema centrale per le donne in virtù della loro età pensionabile più bassa e della speranza di vita maggiore. Il passaggio all’attività indipendente aggiunge un ulteriore grado di complessità, tanto per le donne quanto per gli uomini. Ad esempio è necessario decidere se il capitale di partenza vada prelevato dal 2° o dal 3° pilastro. Chi lo fa deve mettere in conto lacune durante il pensionamento. Anche se si riesce a ottenere un finanziamento per altre vie, tali lacune possono presentarsi lo stesso. Inoltre gli indipendenti che non fondano una Sagl o una società per azioni non sono obbligati ad aderire a una cassa pensioni.
I numeri dell’Ufficio federale di statistica mostrano come le donne siano spesso disposte a rinunciarvi. Infatti 3 lavoratrici indipendenti su 10 non hanno una cassa pensioni, né effettuano versamenti regolari nel 3° pilastro non vincolato. Chi lavora autonomamente ha a disposizione diverse opzioni per assicurarsi serenità durante la vecchiaia. Potete aderire volontariamente a una cassa pensioni oppure sfruttare le possibilità di risparmio offerte dal cosiddetto «3° pilastro grande». I lavoratori indipendenti senza previdenza professionale possono infatti versare annualmente fino al 20% del proprio reddito da lavoro nel pilastro 3a (nel 2018, al massimo 33 840 franchi) e detrarlo completamente dal reddito imponibile. Se la previdenza per la vecchiaia è regolata, è possibile approfittare dei vantaggi dell’attività indipendente. Del resto il caso di Chantal Huber lo conferma: «L’impegno è tanto, ma viene più che ripagato.»
Perché un colloquio personale è molto importante
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