Piani di emergenza per imprenditori
Se un imprenditore viene improvvisamente a mancare, le conseguenze graveranno direttamente sull’azienda. Ecco cosa dovete sapere.
È nel vostro interesse di imprenditori tutelarvi nell’eventualità in cui doveste venire a mancare. Perché la vostra responsabilità non riguarda solamente voi, ma investe anche la famiglia e l’azienda. Per preservare tutti, compresi voi stessi, dalle conseguenze negative, è fondamentale prendere dei provvedimenti.
Il seguente articolo vi spiega a cosa dovete prestare particolare attenzione per quanto riguarda la vostra previdenza sia in qualità di soggetto privato che di imprenditore. In entrambi i casi devono essere messe in atto delle misure specifiche: un piano di emergenza privato e una regolamentazione di emergenza per l’azienda.
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Il piano di emergenza privato
Il piano di emergenza privato
Non stupisce che molti imprenditori considerino la loro azienda alla stregua di un figlio. Dal benessere dell’azienda dipendono anche il benessere dei collaboratori e il successo commerciale, così spesso la tutela privata finisce per passare in secondo piano. Il rimedio può essere un piano di emergenza che regoli sia la vita privata che i beni privati e che tuteli adeguatamente la vostra famiglia contro ogni fatalità.
Procure per i vostri conti
Procure per i vostri conti
Può sembrare banale ma, come soggetto privato, ricordatevi di fornire ai vostri familiari le procure e i diritti necessari per accedere ai vostri conti. In questo modo assicurerete loro la continuità dei pagamenti importanti, come quelli per il sostentamento.
Quel che spesso si dimentica è che, nell’eventualità di decesso, le procure perdono tutti i loro effetti. Per questo, soprattutto nel caso dei conti bancari, dovete accertarvi che il coniuge possieda un conto proprio oppure che sia stato aperto un conto congiunto solidale.
Pianificazione patrimoniale per imprenditori: consulenza gratuita
Pianificazione patrimoniale per imprenditori: consulenza gratuita
Approfittate di una consulenza a tutto campo. Durante il primo colloquio esamineremo insieme in che modo poter conciliare la pianificazione patrimoniale privata con i vostri obiettivi imprenditoriali.
Redigere una convenzione matrimoniale, un contratto successorio o un testamento
Redigere una convenzione matrimoniale, un contratto successorio o un testamento
Certamente non è piacevole parlare della propria previdenza in caso di morte. Ma la vita è imprevedibile. Se vi succede qualcosa è importante avere una base (legale) che funga da espressione della vostra volontà e soprattutto che abbia un’interpretazione giuridica univoca. Le persone sposate dovrebbero essere consapevoli che in un primo tempo il patrimonio matrimoniale viene ripartito tra i coniugi mediante una liquidazione del regime matrimoniale, prima che intervenga il diritto successorio a suddividere l’eredità.
La maggior parte degli imprenditori parte dal presupposto che, in assenza di attriti tra i vari componenti della famiglia, le disposizioni legali in materia di diritto successorio siano più che sufficienti a regolare la fattispecie. Spesso però capita anche che in famiglia ci siano già dei conflitti latenti e che l’imprenditore non voglia fomentarli con ulteriori discussioni sull’eredità.
Indipendentemente dallo scenario che si presenta, se non volete lasciare i vostri eredi in un campo minato è indispensabile regolare la situazione, meglio se con un contratto successorio condiviso. Riunite i componenti della vostra famiglia e discutetene insieme a tavolino. Quanto meno dovreste fare un testamento. Consultate in ogni caso degli specialisti in grado di assistervi in questo processo, di oggettivare la situazione e fornire le necessarie conoscenze tecniche.
In molte aziende di famiglia succede che le parti coinvolte si sentano trattate in maniera ingiusta, dando adito così a delle tensioni interne. Ciò si verifica soprattutto nelle seguenti situazioni:
- nel determinare un successore idoneo;
- con la ripartizione (disuguale) delle azioni tra più figli;
- nella valutazione dell’azienda in caso di morte e in particolare nell’eventualità di un anticipo dell’eredità.
L’obiettivo di un contratto successorio è trovare una soluzione quanto più trasparente possibile coinvolgendo tutta la famiglia, così da ridurre al minimo il potenziale di conflitto.
Il piano di emergenza per la vostra impresa
Il piano di emergenza per la vostra impresa
Che sia perché manca un successore adatto o perché i figli non sono ritenuti (ancora) capaci di prendere il timone, per alcuni imprenditori la successione aziendale è un tema molto difficile da affrontare. Tuttavia, ostacoli di questo tipo non devono impedirvi di varare un piano di emergenza per la vostra azienda. Sono tanti i titolari che non riescono a lasciare le redini dell’impresa, incuranti della sua continuità. Alla loro morte, però, l’azienda e i superstiti si troveranno in un frangente poco piacevole perché, oltre a dover far fronte a una situazione comunque destabilizzante sotto il profilo emotivo, dovranno anche occuparsi di sciogliere le questioni rimaste irrisolte. E se già per gli imprenditori stessi è difficile nominare un successore, figuriamoci quanto non lo sia per i suoi eredi.
Nominare un rappresentante
Nominare un rappresentante
Per garantire continuità all’azienda anche se dovesse venir meno l’imprenditore è necessario definire chi, in via provvisoria o definitiva, ne assuma la direzione, la rappresentanza e ne garantisca le attività operative.
Il principale obiettivo a breve termine di un piano di emergenza aziendale include la garanzia delle attività operative. Ciò può in gran parte avvenire tramite procure commerciali o procure individuali, in modo tale da assicurare la continuità nel pagamento di salari e fatture e l’adempimento degli obblighi contrattuali.
In assenza di tali procure, la società è rappresentata dal consiglio di amministrazione in quanto massimo organo di un’ipotetica SA. Finché il consiglio di amministrazione mantiene tutti i suoi membri e la sua capacità di azione, può garantire l’operatività in qualsiasi momento nominando un amministratore o conferendo delle procure a rappresentare.
La situazione può diventare problematica quando amministratore, consiglio di amministrazione e azionista unico coincidono in un’unica persona. Se venite a mancare e non avete conferito alcuna procura, la vostra azienda non avrà né una direzione operativa, né un consiglio di amministrazione e neanche la possibilità di convocare un’assemblea generale.
Garantire la capacità di azione
Garantire la capacità di azione
Se vi succede qualcosa come imprenditori e non disponete né di un piano di emergenza privato né aziendale, le cose si complicano. Se altre persone detengono voti sufficienti a nominare un nuovo consiglio di amministrazione durante un’assemblea generale, allora sarà possibile ripristinare la capacità operativa dell’impresa, anche se con una discreta perdita di tempo e un temporaneo rallentamento delle attività quotidiane.
Se invece i voti non bastano, perché voi siete azionisti principali o addirittura unici, a partire da quel momento all’assemblea generale mancherà la necessaria capacità di azione. In tal caso, le autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA) designeranno un rappresentante che eserciti i vostri diritti di azionista, che convochi un’assemblea generale straordinaria e che assuma le vostre competenze nell’assemblea generale.
Per semplificare la situazione si può ricorrere a un mandato precauzionale in cui è possibile designare un rappresentante che eserciti i propri diritti personali in caso di incapacità di discernimento insorta ad esempio a seguito di demenza, evitando quindi che intervengano le autorità.
I piani di emergenza richiedono un know-how giuridico
I piani di emergenza richiedono un know-how giuridico
Creare dei piani di emergenza per l’impresa o la vita privata è un compito complesso. A seconda della struttura aziendale o familiare cambiano anche i fattori su cui porre l’accento. Fatevi quindi assistere e riflettete bene su chi possa essere il referente migliore per un determinato tema. Con la giusta consulenza giuridica risparmierete a voi o ai vostri eredi delle brutte sorprese.
Prendete ad esempio un testamento: scrivere che lasciate le vostre quote societarie al figlio non è una formulazione chiara. Si tratta di un legato che viene prima versato al figlio? O si tratta di una porzione della quota ereditaria del figlio da ascrivere al suo diritto complessivo? Siccome queste formulazioni sono decisive, dovete accertarvi che i vostri documenti non lascino neanche il minimo margine di interpretazione. In questo caso può essere di aiuto solamente una figura specializzata che sappia districarsi nella giungla delle formulazioni. Il nostro consiglio: richiedete una consulenza con un avvocato specializzato in diritto delle successioni, come accade spesso da UBS.
Non è mai troppo presto per un piano di emergenza
Non è mai troppo presto per un piano di emergenza
Dai nostri colloqui constatiamo sempre che gli imprenditori, così come tante altre persone, hanno una certa difficoltà a parlare di pianificazioni successorie o piani di emergenza. Ciononostante, è importante che prendano i necessari provvedimenti per tempo, indipendentemente dalla loro età o dai loro progetti per il futuro. Prendetevi del tempo e stilate un piano di emergenza dettagliato con uno specialista in materia di successioni.
Mattia Hotz
Mattia Hotz
Avvocato, Wealth Management Svizzera
Mattia Hotz lavora come avvocato presso UBS Wealth Planning. Insieme al suo team, fornisce consulenza sulla costituzione, sulla protezione e sulla trasmissione del patrimonio. Si occupa in particolare di clienti privati facoltosi e delle loro famiglie, nonché di imprenditrici e imprenditori. L’obiettivo è offrire una consulenza ad ampio raggio, per fornire alla nostra clientela il miglior risultato possibile.
Cosa possiamo fare per voi?
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