Da che momento una PMI svizzera dovrebbe prendere in considerazione una copertura valutaria?

Non appena un’azienda opera con l’estero – sia per l’approvvigionamento che per la vendita – non può trascurare le oscillazioni valutarie. Sono soprattutto le PMI che lavorano con margini ridotti a dover agire con prudenza. Spesso e volentieri si continua a sottovalutare che le oscillazioni dei cambi possono facilmente ripercuotersi anche sul risultato di esercizio. Se i margini lordi sono risicati, anche una minima variazione dell’ordine dell’1 o del 2 percento può provocare perdite ingenti. Inoltre, le fluttuazioni valutarie complicano la pianificazione finanziaria a medio e lungo termine e sono difficilmente prevedibili.

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Può fornirci un esempio concreto dalla sua pratica professionale?

Una volta, un’azienda svizzera produttrice di impianti per bevande, con un organico di 50 persone, aveva ottenuto l’incarico di costruire un impianto di imbottigliamento del valore di 1,5 milioni di euro in Spagna. Le spese per il materiale e i costi di produzione venivano sostenuti in franchi svizzeri. Il prezzo di vendita, invece, era stato concordato in euro. Per aggiudicarsi la commessa, l’imprenditore aveva calcolato il prezzo con un margine di guadagno piuttosto risicato, contando sul fatto che la valuta si sarebbe indebolita al massimo del 5 percento. Ogni punto percentuale in più avrebbe ridotto significativamente il suo margine. In sostanza, una flessione del tasso di cambio sarebbe stata deleteria.

Esther Haupt

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Quale copertura valutaria venne adottata nello specifico?

Si decise di suddividere il pagamento del committente in tre tranche di diverso importo spalmate su nove mesi. La probabilità di pagamento e l’orizzonte temporale costituiscono in genere due importanti fattori della copertura valutaria. Quanto più vicino e concreto è il flusso di pagamento, tanto più importante diventa assicurarlo per garantire la redditività della commessa.

E in seguito?

Abbiamo proposto al cliente una soluzione che prevedeva la copertura di due terzi del volume della commessa, principalmente per mezzo di operazioni a termine. Inoltre, con l’integrazione delle possibilità di swap, le operazioni a termine potevano essere sincronizzate in qualsiasi momento con i flussi di pagamento del committente, non prevedibili con precisione. Oggi, UBS è in grado di offrire questa flessibilità persino con una soluzione propria chiamata Flexible FX Forward.

Come siete riusciti a convincere l’imprenditore di questa soluzione?

Con due argomenti decisivi. In primis gli abbiamo spiegato che il suo scetticismo nei confronti della possibilità di armonizzare le operazioni a termine e i pagamenti in entrata su un arco temporale flessibile era immotivato. In secondo luogo gli abbiamo dimostrato che, con questo tipo di copertura, eventuali oscillazioni dei cambi non avrebbero più avuto alcun influsso sui suoi affari in Spagna. E che quindi avrebbe potuto dormire sonni tranquilli.

Quali sono gli strumenti di copertura a disposizione per ogni settore?

Quello che dovrebbe sempre essere assicurato in tempi turbolenti come quelli odierni è il valore aggiunto operativo, ossia gli utili prodotti da una commessa in un’area valutaria diversa. Ma vale la pena tutelare anche investimenti per impiantare nuovi siti produttivi all’estero, in genere a bilancio come grosse posizioni in valuta estera. Quali siano gli strumenti di copertura più idonei dipende dalla tipologia, dall’origine e dalle scadenze dei flussi di denaro. Quelli più comuni sono le operazioni a termine su divise. Per ottimizzare la copertura è anche possibile ricorrere a soluzioni combinate, le preferite soprattutto dagli imprenditori più esperti.

Cosa consiglia alle aziende senza esperienza in materia?

All’inizio, una valida possibilità può essere quella di assicurare le singole transazioni. Se l’impresa non ha ancora una copertura valutaria, intanto può ricorrere a strumenti flessibili e di facile comprensione, ad esempio assicurando le singole transazioni con semplici operazioni a termine. Questa soluzione, che stabilisce in anticipo la durata e il tasso di cambio, permette sin dall’inizio una pianificazione certa e offre la piena trasparenza su quello che sarà il cambio applicato alla data di scadenza.

Come si sviluppa una strategia di copertura a tutto tondo?

La scelta della strategia e degli strumenti di copertura idonei dipende da diversi fattori. A giocare un ruolo determinante sono il tipo di attività, l’andamento sui mercati valutari, la capacità di rischio e la propensione al rischio. Per massimizzare i risultati dovete valutare costantemente la vostra strategia adeguandola alle attuali condizioni di mercato e alle vostre esigenze. Nel corso di un colloquio personale possiamo determinare insieme a voi l’impatto della valuta estera e dei relativi cambi lungo la vostra catena di creazione del valore e verificare dove c’è bisogno di ricorrere a una copertura. I risultati emersi da questa discussione determineranno il grado della copertura valutaria e verranno rivalutati con cadenza trimestrale.

In generale, di cosa dovrebbero tener conto le PMI?

Ogni volta che un imprenditore o un’imprenditrice si trova a far fronte a un potenziale rischio di cambio, la prima cosa che deve fare è analizzarlo e quantificarlo: quanti sono i miei flussi in valuta estera? Quali rischi ne conseguono? In base alla nostra esperienza, sono domande che molti responsabili finanziari tendono a sottovalutare. Speculare su un margine più elevato esponendo completamente un’azienda alle fluttuazioni valutarie è pura speculazione e può danneggiare o mettere a rischio l’impresa.

Quale consiglio si sente di dare alle PMI?

L’importante è che i responsabili finanziari abbiano un piano per la gestione delle valute estere, e che lo applichino in modo coerente. Una buona consulenza aiuta a comprendere meglio i propri flussi in valuta estera e a definire una strategia conforme. Richiedete un colloquio con UBS. È importante che voi possiate esporre il vostro punto di vista e che capiate bene il meccanismo e l’impatto della copertura valutaria. Così tutelerete sia voi che la vostra azienda.

Francesca Hirsbrunner

Francesca Hirsbrunner

Consulente alla clientela aziendale Zurigo

Francesca Hirsbrunner, consulente alla clientela aziendale, dal 2016 assiste le PMI in tutti gli aspetti strategici e operativi. Da quando è stata assunta da UBS nel 2010 ha maturato una preziosa esperienza nei settori della clientela privata, del Wealth Management e nel ramo immobiliare e delle costruzioni.

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