L’essenziale in breve:

  • Strategie di sostenibilità nelle imprese: le imprese puntano sempre più su strategie di sostenibilità a 360 gradi che contemplino aspetti ecologici, sociali ed economici. Tra questi figurano la transizione a energie rinnovabili, l’aumento dell’efficienza energetica e l’introduzione di processi rispettosi delle risorse per ridurre al minimo l’impatto ambientale.
  • Sfide nell’implementazione: per compiere la transizione le imprese devono porsi diverse domande: quali argomenti di sostenibilità hanno la priorità? Come verranno distribuite le risorse disponibili? Come migliorare l’accettazione della sostenibilità tra il personale? A tutto ciò si aggiungono anche le sfide derivanti dalla complessità delle normative.
  • Pianificazione a lungo termine e sostegno statale: per accelerare la transizione a pratiche commerciali a basse emissioni, le imprese desiderano condizioni quadro stabili e durature che garantiscano una pianificazione sicura. Al tempo stesso i regolamenti dovrebbero lasciare un sufficiente margine di manovra per l’attività imprenditoriale.

Il recente studio di UBS sulla «Sostenibilità nell’industria metallurgica» mostra che, rispetto ad altri settori in Svizzera, l’eterogenea industria metallurgica affronta condizioni quadro più difficili per riuscire a compiere la transizione verso un’attività a basse emissioni. Secondo l’economista di UBS Pascal Zumbühl i motivi principali sono due: innanzitutto, il sottosettore «Attività metallurgiche» in particolare è fortemente dipendente dalle fonti energetiche fossili, cosa che prolunga il suo percorso verso la riduzione delle emissioni. Il sottosettore «Fabbricazione di prodotti in metallo», invece, è molto meno dipendente da queste fonti. In secondo luogo, sul settore gravano gli elevati prezzi dell’energia, una politica industriale distorsiva della concorrenza e misure che ostacolano gli scambi; tutto ciò riduce il margine di manovra finanziario per le misure di sostenibilità. Occorre quindi preoccuparsi per l’industria metallurgica?

La risposta breve è no. L’industria metallurgica svizzera ha compiuto enormi progressi nell’ambito della sostenibilità, e in molti settori la sua efficienza energetica è maggiore di quella dei suoi concorrenti esteri. Un esempio di transizione è il Gruppo FRAISA, un’impresa familiare leader nella produzione di utensili ad alte prestazioni che oggi impiega circa 570 collaboratori in tutto il mondo. I suoi acquirenti sono imprese in settori come la costruzione di utensili, la lavorazione meccanica, la tecnica medicale, la tecnica orologiera, la meccanica di precisione e l’aeronautica.

Immagine Thomas Nägelin

Thomas Nägelin

CEO del Gruppo FRAISA, parla delle sue esperienze in un'intervista.

Qual è l’importanza della sostenibilità nella vostra impresa?

Thomas Nägelin: già nei primi principi guida dell’impresa familiare nel 1996 era stata sancita la nostra intenzione di agire nel rispetto dell’ambiente a favore delle generazioni future. All’epoca i principi guida non erano ancora stati definiti con precisione come oggi. Come impresa familiare di quarta generazione, oggi abbiamo anche la possibilità di mettere in pratica queste convinzioni. La nostra azienda quest’anno compie 90 anni: siamo riusciti a raggiungere questo traguardo puntando su quote elevate di capitale proprio anziché su una crescita rapida. I nostri obiettivi non si esprimono attraverso le dimensioni, bensì attraverso il grado di comportamento esemplare nei confronti dei nostri collaboratori e dei nostri partner. Ci siamo posti l’obiettivo di fare in modo che il Gruppo FRAISA continui a essere un’impresa familiare anche nelle generazioni future. La prossima generazione, tuttavia, si sentirà motivata solo se FRAISA continuerà a impegnarsi a diventare sempre più sostenibile sotto un triplice punto di vista: sociale, ecologico ed economico. All’interno del Gruppo imprenditoriale, FRAISA persegue una strategia a 360 gradi in merito a tematiche quali la tutela ambientale, la responsabilità sociale e la gestione sostenibile.

L’impegno nei confronti dei principi sociali, economici ed ecologici è alla base della nostra attività imprenditoriale e ci sprona costantemente a sviluppare soluzioni sostenibili.

Thomas Nägelin, CEO del Gruppo FRAISA

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La vostra impresa è interessata dall’accelerazione delle normative politiche in ambito climatico?

Negli ultimi anni la densità normativa in Svizzera è aumentata, ma gli impulsi più forti provengono dall’Unione Europea (UE). Esportiamo circa l’80% dei nostri prodotti all’estero, e di questa parte un 80% nella UE. Quest’orientamento ci impone di osservare da vicino gli sviluppi relativi alle normative ambientali, come per esempio il previsto meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (UE-CBAM) e l’ampliamento degli obblighi di rendicontazione.

Come procedete con l’ampliamento degli obblighi di rendicontazione?

L’aumento delle normative ambientali genera nuovi requisiti di trasparenza, che riguardano non solo le nostre attività commerciali, ma anche le fasi di produzione a monte nella catena del valore. Per rispettare tali requisiti, per esempio, abbiamo sottoposto la nostra azienda a un rating di sostenibilità. In base alla nostra esperienza, possiamo dire che questi rating vengono richiesti sempre più spesso dagli acquirenti. Dal momento che abbiamo già intrapreso diverse misure di sostenibilità, abbiamo risultati migliori rispetto alla nostra concorrenza. Nelle vendite ciò può rappresentare un vantaggio competitivo.

Oltre a essere passati a fonti energetiche rinnovabili nella produzione, sfruttiamo il calore dei macchinari per riscaldare il nostro edificio.

Quali misure ha adottato il Gruppo FRAISA in passato per ridurre la propria dipendenza dalle fonti energetiche fossili?

Poiché questo sviluppo si è delineato in ambito normativo, abbiamo adottato misure precoci per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili. Dal momento che il consumo di energia elettrica contribuisce sensibilmente al nostro impatto ambientale, in tutte le sedi di produzione monitoriamo i consumi energetici in modo mirato e acquistiamo ora corrente elettrica certificata da fonti verdi. Il nostro impegno per la sostenibilità va di pari passo con quello per l’innovazione: oltre a essere passati a fonti energetiche rinnovabili nella produzione, sfruttiamo il calore generato dai macchinari di produzione per riscaldare il nostro edificio. Al tempo stesso mettiamo a disposizione dei nostri collaboratori anche veicoli elettrici. In Svizzera abbiamo costruito una nuova fabbrica e in questo modo abbiamo abbattuto un terzo del nostro consumo energetico. Inoltre abbiamo dotato l’edificio di impianti fotovoltaici sul tetto. Facciamo in modo di non utilizzare combustibili fossili, sicuramente nella produzione e possibilmente in tutti gli altri settori.

Avete attuato altre misure che generano vantaggi ecologici?

Sì, attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie nonché attraverso i nostri precisi dati di applicazione aiutiamo i nostri clienti a conseguire i loro obiettivi di sviluppo sostenibile. Ai fini della sostenibilità ecologica, lo scorso anno abbiamo rielaborato il nostro bilancio ecologico tenendo conto degli ultimi risultati e dei requisiti normativi. Insieme ad altri produttori di utensili, ci impegniamo a definire standard di settore per il bilancio ecologico di singoli prodotti e per soluzioni ecocompatibili nel settore degli imballaggi, specialmente nell’ambito di associazioni di categoria come l’Associazione tedesca di ingegneria meccanica e impiantistica (VDMA). Al tempo stesso lavoriamo costantemente in tutte le sedi per un’ulteriore riduzione della nostra impronta ecologica attraverso processi più efficienti, un minor consumo di energia e una maggiore efficienza delle risorse. Inoltre, i nostri servizi FRAISA ReTool® proteggono le risorse prolungando la vita utile degli utensili: ritirando gli utensili usati, rimettendoli a punto e inviandoli nuovamente al cliente chiudiamo il ciclo delle materie prime e riduciamo il nostro bilancio di CO₂. Pertanto ci fa molto piacere che il ricondizionamento degli utensili con FRAISA ReTool® sia diventato una prassi esemplare nella nuova norma ISO/FDIS 59020 sull’economia circolare. Se produciamo utilizzando l’energia in modo più efficiente e proteggendo le risorse, riduciamo i nostri costi e tuteliamo l’ambiente. Per questo sono fermamente convinto che sostenibilità e redditività possano andare di pari passo.

Ritirando gli utensili usati, rimettendoli a punto e inviandoli nuovamente al cliente chiudiamo il ciclo delle materie prime e riduciamo il nostro bilancio di CO₂.

Quali ostacoli avete individuato nell’attuazione di soluzioni sostenibili?

Negli sforzi da noi compiuti verso la sostenibilità abbiamo affrontato diversi ostacoli:

  1. Rilevanza e definizione delle priorità: per la nostra impresa non è semplice individuare le tematiche di sostenibilità rilevanti e classificarle in ordine di priorità. Il gran numero di possibili misure rende difficile focalizzarsi chiaramente su quelle necessarie e attuarle subito.
  2. Distribuzione delle risorse: è necessario chiarire chi si occupa delle misure di sostenibilità e quanto tempo e denaro l’impresa può stanziare in tal senso. Spesso non è chiaro chi sia responsabile e la sostenibilità viene considerata una mansione aggiuntiva.
  3. Orientamento strategico: una domanda decisiva che le imprese devono porsi è questa: in fatto di sostenibilità vogliono diventare «best in class» o collocarsi semplicemente nella media del settore? È una decisione che influenza notevolmente l’entità e l’intensità degli sforzi.
  4.  Accettazione da parte dei collaboratori: la disponibilità del personale ad abbracciare la sostenibilità può variare. Questi diversi atteggiamenti hanno richiesto misure mirate di comunicazione e formazione.
  5. Ausili tecnologici: oggi esistono utili strumenti per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Per esempio, l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) ha facilitato notevolmente l’acquisizione di informazioni. Tuttavia all’inizio si è reso necessario reperire gli strumenti adatti e formare adeguatamente i collaboratori.
  6. Collaborazione con soggetti esterni: la collaborazione con agenzie statali, con altre imprese e con associazioni di categoria, specialmente nell’attuazione di nuovi disegni di legge, è stata spesso complessa: dovevamo capire cosa comportassero per noi le nuove normative e come metterle in pratica nel migliore dei modi. L’uso di checklist che definivano chiaramente i requisiti e i passi da intraprendere è stato di enorme aiuto.

Queste sfide mostrano che il percorso verso una gestione aziendale sostenibile ha molte sfaccettature e richiede coordinamento sia all’interno che all’esterno. Non è possibile superare da soli le sfide legate al clima. Per questo collaboriamo con consulenti esterni, con altre imprese, con associazioni di categoria e istituti di formazione come l’ETH per sviluppare soluzioni sostenibili e creare know-how.

A suo avviso, in che modo lo Stato può sostenere il Gruppo FRAISA nella transizione verso un’attività a basse emissioni?

Poiché la sostenibilità offre anche vantaggi finanziari, abbiamo incentivi a sufficienza per mettere in pratica tali misure, anche senza una legislazione più severa. Piuttosto mi aspetterei dallo Stato condizioni quadro lungimiranti e stabili, che offrano sufficiente spazio di manovra per l’attività imprenditoriale. Gli accordi quadro a lungo termine con la UE ci darebbero la sicurezza di cui abbiamo bisogno per pianificare.

In conclusione, qual è la sua visione di un’industria metallurgica ecocompatibile?

L’industria metallurgica possiede tutti gli strumenti per diventare più efficiente dal punto di vista energetico e produrre meno CO₂. Le modalità di produzione e distribuzione a emissioni zero sono una soluzione che possiamo attuare soltanto insieme, come un’unica entità.

I vostri obiettivi in primo piano

Insieme realizziamo concretamente i vostri obiettivi. Con la nostra rete e le nostre conoscenze specialistiche, offriamo nuovi spunti per la vostra crescita.

Permetteteci di mettere in pratica le vostre idee.

Immagine Pascal Zumbuehl

Pascal Zumbühl

Economista presso il Chief Investment Office di UBS

Pascal Zumbühl è entrato in UBS nell’ottobre del 2023, dopo aver precedentemente lavorato per quattro anni nel settore Research di Credit Suisse e aver effettuato diverse analisi sul panorama imprenditoriale elvetico. Dispone di una vasta esperienza nella ricerca su start-up, PMI, sostenibilità nel mondo delle imprese e piani di successione.

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