Previdenza per la vecchiaia e risparmio fiscale

Rispetto ad altri Paesi, la Svizzera gode forse di una minore imposizione fiscale, ma talvolta anche nel nostro Paese il fisco ha pretese esose. La previdenza per la vecchiaia offre ai risparmiatori possibilità di riduzione dell’onere fiscale.

■ Secondo Martin Hubatka, avvocato e presidente dell’associazione BVG-Auskünfte (informazioni LPP), se i cittadini mirano al risparmio, devono agire prevalentemente prima del pensionamento. Molte casse pensioni, così, offrono piani con diversi contributi di risparmio. Se, per esempio, il datore di lavoro versa nella cassa pensioni il 12% del salario del collaboratore, quest’ultimo può scegliere tra contributi dell’ammontare del 7%, 10% e 12%. Optando per le varianti più alte, si ottengono deduzioni maggiori: questo, ricorda Hubatka, ha effetti positivi a livello fiscale. In tal caso cresce anche il potenziale per riscatti volontari nella cassa pensioni.

■ Nella pianificazione della previdenza per la vecchiaia, gli assicurati dovrebbero comunque tenere in considerazione tali riscatti nella cassa pensioni, purché dispongano delle necessarie possibilità finanziarie. Poiché questi riscatti sono deducibili dal reddito imponibile, si prestano quale strumento adatto a interrompere la progressione fiscale sul reddito. Tuttavia, Reto Spring, presidente di FinanzPlaner Verband Schweiz, suggerisce di verificare anticipatamente la situazione della propria cassa pensioni prima di effettuare riscatti volontari. Inoltre, in generale, tali versamenti volontari sono sconsigliati a persone di età inferiore ai 50 anni, perché, in fin dei conti, il beneficio fiscale si attenua negli anni restanti fino al pensionamento. I riscatti possono essere opportuni anche prima di tale età se i contribuenti hanno una "lacuna previdenziale", ad esempio per coloro che si sono trasferiti in Svizzera da altri Paesi. Occorre, però, pianificarli adeguatamente: ad esempio, può essere vantaggioso optare per una ripartizione su più anni.

■ Spring, inoltre, richiama l’attenzione sul fatto che chi versa contributi volontari nella previdenza professionale, come i medici o gli architetti, spesso riesce a rimpinguare la propria previdenza. In questi casi, infatti, ci si potrebbe versare un salario alto e con esso effettuare riscatti nella cassa pensioni, cosa che, in un’ottica fiscale, è molto più interessante rispetto a far tassare l’utile aziendale o il reddito. Per le aziende vi sarebbero anche soluzioni per quadri.

■ Questi riscatti andrebbero effettuati fino a tre anni prima del pensionamento, se il denaro deve essere prelevato sotto forma di capitale. In caso contrario, l’assicurato deve successivamente pagare l’equivalente del risparmio fiscale. Questo, tuttavia, non vale per gli averi con i quali viene colmata una lacuna derivante da un divorzio. È quindi essenziale chiarire le conseguenze fiscali dei riscatti.

■ Anche i versamenti nel pilastro 3a sono deducibili dal reddito imponibile. Quest’anno gli affiliati a una cassa pensioni possono versare fino a 6768 franchi. Per i lavoratori non affiliati a un istituto di previdenza si parla addirittura di un massimo di 33 840 franchi, cioè fino al 20% del reddito derivante da attività lucrativa. Inoltre, è consigliabile aprire più conti del pilastro 3a, per potere poi scaglionare i prelievi e interrompere così la progressione fiscale.

■ I proprietari di immobili hanno diverse possibilità di ottimizzazione fiscale. Nella dichiarazione d’imposta, è possibile ridurre dal reddito imponibile le spese di manutenzione di tali immobili, purché si tratti di lavori di manutenzione necessari a salvaguardare il valore degli immobili stessi.

■ Se un collaboratore viene licenziato prima del pensionamento, non dovrebbe versare il denaro proveniente dalla cassa pensioni su un unico conto di libero passaggio, bensì su due conti di questo tipo, presso istituti finanziari diversi. Questo è quanto consiglia Hubatka, perché così si ha la possibilità di prelevare a scaglioni gli averi corrispondenti.

■ Al momento del pensionamento, l’assicurato deve decidere se prelevare gli averi della cassa pensioni come versamento di capitale o come rendita. Sui versamenti di capitale grava un’imposta calcolata indipendentemente dal reddito e variabile a seconda del luogo di residenza. In base al Cantone, tale onere fiscale è soggetto o meno a una progressione. Perciò, è eventualmente consigliabile prelevare a scaglioni il capitale dalla cassa pensioni. Secondo Hubatka, in tal caso, un pensionamento graduale o parziale possono rivelarsi vantaggiosi dal punto di vista fiscale. Un’altra possibilità è costituita dal cambiamento del luogo di residenza, a favore di località con aliquote d’imposta più vantaggiose, se con il pensionamento si dovesse prospettare in ogni caso questa evenienza. Il nuovo luogo di residenza dovrebbe, tuttavia, corrispondere effettivamente al centro d'interessi della propria vita. In molti casi, tali traslochi per motivi fiscali non sono affatto realistici e, tutto sommato, neppure convenienti, spiega Hubatka.

■ Occorre prestare attenzione anche a considerare i prelievi dal pilastro 3a o dai conti di libero passaggio insieme ai prelievi di capitale derivanti dalla cassa pensioni. Al momento del pensionamento, quindi, non bisognerebbe prelevare tutto il denaro in un’unica tranche, bensì a scaglioni.

■ Come ricorda Spring, durante la vecchiaia non va sottovalutata la pressione fiscale. Al raggiungimento della pensione, nella dichiarazione d’imposta vengono meno molte possibili deduzioni a livello d’imposta sul reddito, quali spese professionali e versamenti nel pilastro 3a. Anche se si continua a lavorare a tempo parziale, in generale le deduzioni non raggiungono i livelli del periodo precedente il pensionamento.

Per gentile concessione del quotidiano Neue Zürcher Zeitung. Traduzione a cura di UBS Switzerland Marketing Translation Services.

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