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La nona serie è ora completa: il 12 settembre, la banconota da 100 franchi apparirà in una nuova veste.
Presto esclameremo: «Arrivederci, Alberto!» La nuova banconota da 100 franchi sostituisce infatti la precedente con il ritratto dell’artista Alberto Giacometti. Motivo sufficiente per dare un’occhiata più da vicino alla banconota più popolare della Svizzera.
1. Cic ciac
Cos’è una roggia? Tutti i bambini svizzeri lo scopriranno presto. Sulla banconota da 100 franchi della Banca nazionale svizzera (BNS) è infatti raffigurata una roggia vicino al villaggio di Ayent, la bisse d’Ayent, nella parete rocciosa del Torrent-Croix. Roggia è il nome dato ai secolari canali di irrigazione del Vallese, la cui formazione è misteriosa quanto quella dei resti che si trovano sul Machu Picchu nelle Ande. Con l’elemento acqua, la Banca nazionale intende richiamare l’attenzione sulla tematica «la Svizzera sotto l’aspetto della tradizione umanitaria». Il colore predominante è facilmente intuibile: è il blu.
2. Piccola ma geniale
Rispetto alla prima banconota da 100 franchi del 1907, il nuovo biglietto è più corto e sottile di circa 40 millimetri. 100 pezzi da 100 franchi sarebbero a malapena sufficienti per ricoprire una superficie di un metro quadrato! «Piccolo è bello» è tuttavia una regola che non vale solo in Svizzera. Banconote sempre più piccole sono infatti una tendenza a livello internazionale.
3. La più amata
Più di una banconota svizzera su quattro è da 100 franchi. È il taglio più popolare, ma in termini di valore totale il primo posto è occupato dalla banconota da 1000 franchi. Tuttavia, i falsari preferiscono cimentarsi con le banconote da 100, generalmente senza successo. Per gli «artisti della contraffazione», le banconote da 100 euro e 100 dollari sono molto più interessanti. Solo perché le loro aree valutarie sono nettamente più vaste.
4. I tempi cambiano
Dalla sua introduzione nel 1850, il franco svizzero non è mai stato colto nel vortice dell’iper-inflazione. La sua fase di svalutazione più turbolenta risale all’inizio degli anni Settanta. Ciononostante, 100 anni fa una famiglia sopravviveva molto più a lungo con 100 franchi. Ad esempio, una banconota da 100 franchi bastava per acquistare 44 chili di formaggio Gruyère. Oggi basta per comprarne solo 5. Ma molte delle cose che ora per noi sono diventate comuni erano inaccessibili o non disponibili all’epoca – come le banane, l’alta tecnologia e gli antibiotici, per citarne alcuni. Inoltre, con un costo di produzione di 40 centesimi, le banconote svizzere hanno il «valore reale» più elevato.
5. Oltre i confini elvetici
Il Principe del Liechtenstein ha senz’altro qualche privilegio. Tuttavia, uno gli è negato: non può stampare banconote. Dal 1920 il franco svizzero è la moneta nazionale ufficiale del nostro «piccolo vicino». Al Principato è consentita solo la coniazione di monete da collezione e commemorative. Ma il franco si sta facendo strada anche in Italia e in Germania, benché in un’area molto limitata: è la valuta ufficiale dell’enclave italiana Campione d’Italia sul Lago di Lugano. Nell’enclave tedesca di Büsingen am Hochrhein, il franco viene utilizzato per pagare nei negozi, anche se l’euro rimane la valuta ufficiale.
Le vecchie banconote rimangono correnti
Le banconote svizzere non hanno più una scadenza. Dopo qualche discussione, questa primavera il Consiglio degli Stati e il Consiglio nazionale hanno deciso che in futuro potranno essere scambiate a tempo indeterminato. Il fatto che non vadano fuori corso si applica però a partire dalla sesta serie, entrata in circolazione nel 1976. Sulla banconota da 100 franchi di questa serie è raffigurato il ritratto dell’architetto Francesco Borromini. Di quella serie sono ancora in circolazione banconote per un valore di oltre un miliardo di franchi! Come convertirle? Presso banche e rivenditori al dettaglio non è più possibile utilizzarle. Tuttavia, le succursali con funzioni di cassa e le agenzie della Banca nazionale svizzera (BNS) cambiano gratuitamente i biglietti non più validi con nuove banconote.
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