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Chi investe denaro si pone domande sul futuro dei risparmi. L’inflazione genera spesso timori al riguardo. Tuttavia, i periodi di inflazione non devono essere vissuti come un’odissea: approfondendo il tema si impara a tutelarsi al meglio.
Contenuto:
Le investitrici e gli investitori temono che i loro risparmi perdano valore. In quale misura è giustificata la paura della svalutazione monetaria? Spieghiamo che cosa si cela dietro i concetti di inflazione, deflazione e tasso d’interesse reale.
L’andamento altalenante dei prezzi dei singoli prodotti o di gruppi di prodotti è normale sui mercati. Se il rincaro coinvolgesse solo il pane o la vostra prossima vacanza, sarebbe prematuro parlare di inflazione. L’inflazione, infatti, è caratterizzata da un rincaro generale e persistente. Ciò significa che molti beni e servizi subiscono un aumento di prezzo per un periodo di tempo lungo.
La conseguenza di questo fenomeno è la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori. In altre parole, con lo stesso denaro ci si può permettere di meno.
Alla base dell’inflazione ci possono essere diverse cause ma, in linea di principio, i fattori propulsori sono due: maggiore domanda e rincaro nella produzione.
Può essere imputabile alla domanda o all’offerta di beni. Di conseguenza, se la richiesta di prodotti e servizi è maggiore dell’offerta, i prezzi possono subire un aumento. Quando le imprese non sono in grado di incrementare la produzione a breve termine, aumentano i prezzi.
Anche i maggiori costi di produzione – quindi dal lato dell’offerta – causano a cascata un aumento dei prezzi per i consumatori. Ciò può accadere se le materie prime diventano più care o i salari subiscono un notevole incremento. Analogamente, le variazioni dei tassi di cambio del franco rispetto ad altre valute possono ripercuotersi sui livelli dei prezzi locali, ad esempio se come conseguenza le importazioni diventano più costose. L’ampia trasmissione di questi costi comporta un aumento dei prezzi.
Come si calcola il tasso di inflazione?
Nel 2023 l’inflazione in Svizzera si è attestata in media al 2,1%. Nel 2024 e nel 2025 in tutto il Paese si prevede un’inflazione dell’1,1 e dello 0,7%, rispettivamente. Ma chi decide il tasso? E come?
L’inflazione viene calcolata sulla base di un paniere rappresentativo, composto da beni e servizi selezionati. Alla luce di ciò, viene definito un indice dei prezzi per l’intero paniere, la cui modifica prende il nome di “tasso d’inflazione”. Ciò significa che il prezzo attuale di questo paniere viene confrontato con quello del mese corrispondente dell’anno precedente.
In Svizzera, l’Ufficio federale di statistica (UFS) misura l’inflazione sulla base dell’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC). La selezione e ponderazione dei prodotti nel paniere dell’IPC non avviene in modo casuale, ma deve riflettere il fabbisogno tipico di una famiglia. Il paniere considera, ad esempio, le categorie “Abitazione ed energia”, “Trasporti”, “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” e “Tempo libero e cultura”.
Nel corso del tempo la composizione del paniere cambia. Per registrare le attuali abitudini dei consumatori, l’Ufficio federale di statistica esegue costantemente controlli a campione. Ogni volta, circa 250 famiglie riportano in dettaglio quanto denaro spendono al mese e per che cosa.
Esempio | Esempio | Anno 1 | Anno 1 | Anno 2 | Anno 2 | Anno 3 | Anno 3 | Anno 4 | Anno 4 |
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Esempio | Prezzo del paniere rappresentativo | Anno 1 | CHF 1000 | Anno 2 | CHF 1025 | Anno 3 | CHF 1100 | Anno 4 | CHF 1100 |
Esempio | Indice dei prezzi | Anno 1 | 100 | Anno 2 | 102,5 | Anno 3 | 110 | Anno 4 | 110 |
Esempio | Tasso d’inflazione (variazione rispetto all’anno precedente in percentuale) | Anno 1 | 0 | Anno 2 | 2,5 | Anno 3 | 7,3 | Anno 4 | 0 |
Per i consumatori le conseguenze di un costante forte aumento dei prezzi non sono affatto positive. Se i prezzi stabili forniscono segnali rincuoranti per il consumo e la produzione, l’inflazione aumenta l’incertezza sugli ulteriori sviluppi.
Impatto dell’inflazione
Se il livello generale dei prezzi aumenta, con lo stesso importo le famiglie possono permettersi di acquistare meno. Il potere d’acquisto diminuisce, con un processo graduale e insidioso. Nell’arco di 10 anni, con un modesto tasso di inflazione annuale pari a solo il 2%, 100 franchi svizzeri perdono quasi un quinto del loro valore.
Il calo del potere d’acquisto del denaro si traduce nella riduzione della domanda di prodotti. Le aziende reagiscono, ad esempio investendo meno, e questo fenomeno a sua volta frena la crescita economica. Inoltre, a lungo termine esse coprono i costi tramite aumenti dei prezzi.
L’inflazione influisce sul ricavo degli investimenti remunerati, come i conti di risparmio e i titoli a reddito fisso. Riduce infatti l’utile sui tassi d’interesse risultante dalla deduzione del tasso d’inflazione dal tasso d’interesse nominale. Se il tasso d’inflazione è addirittura superiore al tasso d’interesse nominale, il cosiddetto tasso d’interesse reale diventa negativo. In questo modo, i risparmi perdono valore.
La Banca nazionale svizzera, con le sue decisioni sui tassi guida, gioca il ruolo importante di contenere l’inflazione e di garantire un livello dei prezzi stabile. In generale, l’inflazione non è da considerare come fondamentalmente negativa; infatti, una leggera inflazione è addirittura auspicata dalla politica e dall’economia. Attualmente la Banca nazionale svizzera punta a un’inflazione pari al massimo al 2%. Una leggera inflazione è auspicabile perché è accompagnata da una crescita. Poiché le aziende prevedono prezzi più elevati, investono di più, possono permettersi salari più alti e, di conseguenza, i loro collaboratori possono tornare ad acquistare di più. Inoltre, una lieve inflazione protegge dalla deflazione.
La deflazione rappresenta una minaccia per l’economia. È l’opposto dell’inflazione: il livello generale dei prezzi non aumenta, ma diminuisce. La deflazione può essere causata da una domanda più debole in presenza di un eccesso di offerta di beni. La conseguenza può essere una crisi, da cui le aziende riescono a emergere solo con difficoltà. Infatti, se i consumatori si aspettano un’ulteriore riduzione dei prezzi, rinviano le loro decisioni di acquisto e in prima battuta comprano solo lo stretto necessario. La deflazione, quindi, viene considerata dalla Banca nazionale svizzera come una minaccia tanto quanto un’inflazione persistente.
Esempio di calcolo: un avere di 10 000 franchi, remunerato con un tasso d’interesse nominale del 2,0%, nel giro di un anno si svilupperebbe come segue:
L’inflazione è la continua perdita di valore dovuta a prezzi in forte crescita. Tuttavia, una lieve inflazione è da considerare positiva, poiché le aziende possono aspettarsi prezzi più elevati e quindi investire di più. In questo modo sostengono anche una maggiore propensione all’acquisto da parte dei lavoratori, in quanto pagano salari più elevati. Tutto ciò stimola la crescita economica, mentre un’inflazione elevata la frena. Infatti, più elevata è l’inflazione, minore sarà il potere d’acquisto dei consumatori.
Con le sue decisioni sui tassi guida, la Banca nazionale svizzera gioca il ruolo importante di combattere e contenere un’inflazione troppo elevata. L’Ufficio federale di statistica (UFS) è responsabile del calcolo del livello d’inflazione in Svizzera. Il calcolo si basa sull’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC).
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