Cosa accade al pilastro 3a in caso di decesso?
Cosa succede al vostro avere di previdenza nel pilastro 3a se venite a mancare prima del pensionamento? Scoprite qual è la normativa e in che misura potete stabilire direttamente i beneficiari.
Contenuto:
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- In caso di decesso, coniugi e partner registrati ricevono l’avere 3a del partner deceduto.
- Potete stabilire solo in parte altri beneficiari.
- I partner conviventi possono riconoscersi come eredi anche se non convivono da ancora cinque anni.
- Informate la vostra cassa pensione su chi desiderate favorire e come.
- Alle conclusione
Chi lascia un patrimonio previdenziale nel 3° pilastro può decidere solo in misura limitata dei futuri beneficiari. Il margine di manovra previsto dalla legge è poco, ma esiste. In ogni caso, è consigliabile iniziare presto a considerare la questione.
Con la morte termina il risparmio nella previdenza volontaria e il capitale accumulato viene distribuito ai beneficiari. A stabilire chi siano è l’ordine dei beneficiari, definito dalle norme legali in vigore. È possibile derogare da quest’ordine solo in modo limitato, anche se è diffusa la convinzione errata che per farlo sia sufficiente il testamento.
La legge prevede che, in primo luogo, le prestazioni spettino per intero alle seguenti persone superstiti:
1. coniuge o partner registrato/a
In loro assenza, il patrimonio previdenziale viene suddiviso in parti uguali tra i membri del secondo gruppo:
2. discendenti diretti,
- persone fisiche che hanno ricevuto un sostegno significativo dalla persona deceduta, oppure
- la persona che ha avuto una convivenza ininterrotta con il defunto negli ultimi cinque anni di vita, oppure
- la persona che provvede al mantenimento dei figli comuni.
Se nella seconda categoria non ricade nessuno, i successivi beneficiari sono determinati in quest’ordine:
3. genitori
4. fratelli e sorelle
5. altri eredi, ad esclusione degli enti pubblici
Come far valere i propri beneficiari per il pilastro 3a
Come far valere i propri beneficiari per il pilastro 3a
È possibile modificare questa gerarchia di beneficiari solo in misura limitata. Se vostra moglie o vostro marito vi sopravvive, non potete ad esempio stabilire che un’altra persona della lista dei beneficiari riceva il capitale previdenziale. Esiste però un’ordinanza federale che delinea le possibilità di intervento:
- potete selezionare uno o più beneficiari dal secondo gruppo (numero 2) e specificare esattamente i loro diritti. Se distribuite l’avere tra più di una persona, la somma delle singole quote deve essere pari al 100 percento;
- inoltre, è possibile modificare l’ordine dei beneficiari nel terzo gruppo (numeri da 3 a 5) e definire le rispettive quote.
Se non ci sono potenziali beneficiari nel primo, secondo o terzo gruppo, l’avere del pilastro 3a non può essere erogato e decade. Ciò può essere facilmente prevenuto nominando un’istituzione tra gli «altri eredi», da favorire in caso di necessità. A differenza degli altri potenziali beneficiari, in questa categoria potete inserire anche enti di beneficenza.
Pianificate per tempo il vostro pensionamento
Quando si pensa alla pensione ci si trova di fronte a decisioni di grande importanza. Possiamo elaborare insieme un piano, in base ai vostri desideri individuali così che nulla sia d’ostacolo a un futuro finanziario rilassato.
Quali sono le incognite della convivenza
Quali sono le incognite della convivenza
Senza regolamenti propri, le coppie non sposate sono svantaggiate rispetto a quelle sposate per quanto riguarda il patrimonio previdenziale. Se a ciò aggiungiamo le scarse conoscenze in materia, le coppie conviventi risultano nettamente meno protette in caso di decesso.
Da sapere
È possibile indicare per iscritto il proprio partner come persona beneficiaria presso l’istituto di previdenza. Se la convivenza è durata ininterrottamente più di cinque anni e non ci sono persone con maggiore priorità (ad esempio un coniuge), potete assegnare completamente l’avere 3a alla vostra o al vostro partner.
Agendo per tempo, potete favorire il partner convivente anche se non sono ancora trascorsi cinque anni di vita insieme. La verifica del termine legale ha luogo al momento della morte dell’assicurato / titolare del conto.
Cosa è cambiato per il 3° pilastro con la riforma del diritto successorio
Cosa è cambiato per il 3° pilastro con la riforma del diritto successorio
A seguito della riforma del diritto successorio il quadro è più chiaro: dal 2023, tutti gli averi del 3° pilastro (banca e assicurazione) dei defunti non rientrano nell’eredità, ma i beneficiari possono vantare diritti separati in base all’ordine dei beneficiari. Le banche o le assicurazioni erogano l’avere ai beneficiari designati senza che gli eredi debbano dare il loro consenso. In passato, questa procedura era valida solo per i conti e i fondi detenuti presso le assicurazioni, ma non per quelli delle banche. La parità di trattamento di tutti i fondi 3a in caso di decesso è in vigore dal 1º gennaio 2023. Tuttavia, per il calcolo delle porzioni legittime, tali fondi sono aggiunti alla massa di calcolo delle porzioni stesse.
Al momento del pagamento, l’avere è soggetto, come di consueto, all’aliquota ridotta dell’imposta sulla liquidazione in capitale.
Come prevenire le dispute ereditarie attraverso regole chiare
Come prevenire le dispute ereditarie attraverso regole chiare
È opportuno sfruttare il margine di manovra a disposizione e chiarire chi ha rivendicazioni legittime. Senza una propria disposizione che regoli l’eventualità di un decesso, può succedere che il vostro avere di previdenza venga trasferito a beneficiari che non desiderate affatto favorire, ad esempio ex coniugi. Potrebbe anche restare a mani vuote chi vi sta più a cuore, per esempio la compagna di vita o il partner con cui si convive, o magari emergere pretese concorrenti (per esempio figlio vs. partner di vita) che si vorrebbero evitare. C’è quindi il rischio di conflitti e controversie legali.
La modifica o la persona da beneficiare vanno comunicate per iscritto alla cassa pensione. Nella comunicazione potete indicare la vostra o il vostro partner, o anche le persone che avete supportato significativamente a livello finanziario. Molti istituti mettono a disposizione moduli appositi per fornire indicazioni chiare in caso di decesso.
Al fine di evitare conflitti, dovreste anche confrontare le pretese degli eredi e dei beneficiari, ad esempio nel quadro della trasmissione patrimoniale. Se il capitale di previdenza è significativo e l’eredità è piccola, può succedere che gli eredi legittimi vogliano prelevare le loro porzioni legittime dal capitale di previdenza dei beneficiari. Questo perché il patrimonio del pilastro 3a, pur non essendo parte dell’eredità, rientra comunque nella «massa di calcolo della porzione legittima».
La massa di calcolo della porzione legittima: una sintesi
La massa di calcolo della porzione legittima viene utilizzata per calcolare il valore della porzione legittima sull’eredità che spetta ai figli o ai coniugi. La base per questo calcolo è l’intero patrimonio ereditabile del defunto al momento della sua scomparsa. Per determinare il valore netto, le passività (ovvero i debiti) vengono sottratte agli attivi. Donazioni e diritti assicurativi validi mentre si era ancora in vita vengono invece sommati al valore netto dell’eredità.
Passaggi necessari per favorire dei beneficiari
Passaggi necessari per favorire dei beneficiari
Con questi passaggi è possibile definire beneficiari individuali nel rispetto delle disposizioni legali:
- Preparazione: fatevi un’idea, preferibilmente insieme al partner, delle conseguenze che la normativa vigente o una possibile regolamentazione individuale avrebbero per voi.
- Decisione: prendete una decisione su chi e come favorire.
- Disposizione: procuratevi gli appositi moduli presso il vostro istituto di previdenza come la «Dichiarazione di beneficiario» oppure redigete una vostra dichiarazione scritta e un testamento.
- Comunicazione: informate l’istituto di previdenza delle vostre intenzioni.
- Verifica: assicuratevi che il vostro ordine dei beneficiari sia conforme alla legge.
- Adeguamento: è consigliabile controllare l’ordine dei beneficiari ogni volta che cambiano le circostanze di vita.
Anche se in caso di decesso il margine di manovra per la distribuzione del capitale 3a è limitato, ha senso approfittarne lo stesso. Soprattutto per i partner conviventi, che dispongono di una protezione legale reciproca inferiore a quella delle coppie sposate, la necessità di intervenire nel pilastro 3a è chiara. Il vostro ente previdenziale vi aiuterà a prendere le precauzioni necessarie affinché il capitale venga rapidamente versato ai superstiti in caso di necessità.
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